Fiaba

Fiaba - Lo Sgabello Del Rospo lyrics

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(scena ottava) d'innanzi al trono Gebbia rivela a Pauro il segreto del misterioso fungo, suo magico trono. grazie alla regina il viandante ricorda gli accadimenti che l'hanno portato fin là. il rospo dona al forestiero una falena, a mò di guida, per ritrovare la via del ritorno, le rane festeggiano così la sua partenza con canti e danze. Pauro perde i sensi, poco distante dal villaggio e smarrisce fatalmente l'anello, unica prova tangibile dell'esperienza vissuta. cantastorie Rane... era nera, nera, nera ne rane eran, era nera notte. pauro Gighe e gavotte fanno le rane; salutano me! gebbia Solo un anello prendesti per dono ma quell'anello sai ch'era già tuo. lascia che Gebbia ti parli del trono, ti narri almeno del regno ch'è suo. Quelle due dame ai confini del regno... per loro sdegno tu sei qui tra noi. quelle due streghe non sono umane ma mezze donne e mezze rane. Io le ho bandite per legge di stagno e penso che ora tu capirai, Ti dissetasti e del fungo sei pregno ed è così che ti trovi tra noi. Tocca il mio trono, lo senti che è vivo? come un ulivo, lo senti anche tu, Se tu l'odori ricordi l'intruglio. vivo tu fosti trovato laggiù, cantastorie Nello stagno... Pauro Ora rimembro... la festa alla pioggia, di giorno le rane vedevo cantare; Farandola folle, girini a girare, le rane felici laggiù. Pauro e coro Passi di danza su fili di foglie, le faglie che s'aprono, il fango si scioglie, la pioggia che impazza, la pozza che invita. la rana che sguazza ci sente la vita... Pauro E... ricordo, Gebbia, al cospetto di te, che cura le rane si presero allora, Di larve dicesti: che sazio lui sia! le rane si presero cura di me. Poi prendesti, gebbia, la mia mano grande, ci tuffammo dentro l'acqua molle insieme Ed entrammo soli nella stanza verde, dividemmo una notte con la luna. Poi fu Gora, che strisciando venne alla radura, quella serpe il terrore presto seminò. Vidi un tronco ed un ramo vi spezzai di peso; resta inteso... in singolar tenzone mi sfidò. Gebbia Tutto t'è chiaro ora accetta il mio dono, falena di Gebbia che ti condurrà verso il villaggio da cui sei venuto, delle lanterne il chiarore vedrà. Un solo giorno lei vive, ed è sera, adesso che è notte sbrigarti dovrai, Il tempo che resta alla nera falena il battito d'ali scandisce oramai. Legati al polso quel filo di seta, sottile è la vita che lega te a lei, Dal fuoco proteggila, ed ella si quieta, per contro, se muore, perduto tu sei. cantastorie Pauro saluta, fa sì con la testa, le buccine suonano, suonano a festa, Alzando la mano saluta le rane, s'appresta a partire di già. cantastorie e coro Il rospo sale sul fungo a rilento, gli sguardi s'incrociano, solo un momento. Il trono di Gebbia, sgabello del rospo, adesso capisce che fa. cantastorie Per quanto piccola, forza non ha, la nera falena trascina il viandante, L'insetto volante al volere s'inchina di forza più grande: la necessità. Son già lontani quei suoni di festa, li smorzano gli alberi della foresta, Già Pauro è vicino, son ore che lui l'acquitrino non sa più dov'è. Ecco il villaggio, laggiù, le lanterne; Pauro La luce può nuocerti, che puoi saperne... cantastorie Spezzando quel filo invita a volare la nera farfalla che ha. Pauro La fiamma brucia, punire non sa ma il tuo buon istinto ti porta a perire, Se devi morire è meglio lontano. cantastorie L'insetto pian piano ora vola di là. Spezzando il filo si sfila l'anello. poi sviene e tra l'erba si perde il gioiello, Un ragno lo vede cadere per terra ma quando si sveglia è coperto di melma. Se è tutto accaduto il viandante non sa... cantastorie (recitativo) E al ragno nessuno mai lo chiederà.

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