Carlo Pestelli - Il Mio Funerale lyrics
rate meOggi son stato al mio funerale, gente credetemi: mai riso tanto. Il prete ha detto: "era un figliolo esemplare, qui ci muore un beato, se non proprio un santo". Ma la gente ch'era in chiesa ben sapeva che un vero porco, altro che Adamo ed Eva, si licenziava dal consesso dei mortali, gente credete: grande successo ai miei funerali. Di famosi non se ne sono visti, a parte a baffi finti un paio di musicisti; ma ci vuol poco a smascherare Simon Le Bon e forse ancora meno a riconoscere Elton John, ch'era quello col cappello e a passo lento fischiettava Una candela nel vento; d'altra parte stamattina non è un principe che muore, ma giusto un piciu[1] che faceva il cantautore. In fila per tre col resto di due i miei dubbi, le mie paure, le civette sul comò, il mio contratto co co co. E in disparte, venuti da non so dove, i segni delle carte: come quando fuori piove. C'eran le belle, le meno belle, le cozze... e due barbieri di Siviglia in viaggio di nozze; c'era il divieto di fumare in tutto il treno e per le coppie di fatto quello di toccare il freno. C'erano Grazia, Graziella e grazie al fatto che oltre ad esse camporella con nesssuna avevo fatto, additandomi senza un'oncia di pietà la prima chiese alla seconda: "a letto te lo ricordi?" "AH! AH! AH!" Grazia fu mia compagna di scuola, Graziella la mia nave scuola e mentre che il becchino mi seppelliva "addio speedy orgasm" disse Graziella insieme alla prima. Eran più d'una le autorità dello Stato e oltre a quello della Camera, il presidente del Senato, un po' contrariato per gli infedeli che al suo lato farfugliavano un dialetto meticciato; c'erano Silvio, Pier Silvio e se mi scappi ti ripiglio, c'eran l'Italia che odia e l'Italia che ama, c'erano un giudice più truccato di una puttana e sua madre, Fiamma Gialla, senza le brache del pigiama. Sì che tra tutti, senz'altro il più serafico, a chiudere la fila il mio agente discografico: troppo gnugnu[2], troppo faccia da liceo serio, il buon cristo col mio disco non vide manco un euro; ma come che il mio cuore fu muto, l'idea gli venne per pagarsi il mutuo: di dare 'ste tre canzoni da betè[3] a madame Carla Bruni che le canterà 'en fransè'. Al completo la famiglia in gramaglie incede a passo cheto sotto nere vestaglie; però ancora non vi è requie per le mie esequie nel finale funestate da uno scandalo d'estate, perché se è norma elementare che la gente vesta scuro a un funerale, mio cugino nere avea le calze a rete e assieme a zia Patrizia mostrava le gambe al prete. Oggi son stato al mio funerale, gente credetemi, mai riso tanto. Non cercatemi domani sui necrologi del giornale, non ha nome chi muore per l'amianto; che poi a vero dire perché muoio chi lo sa... forse Paolo Crepet un giorno spiegherà se fu a Cogne in gita con la Franzoni o per un pollo lesso con la febbre e gli orecchioni.